Ti appare all’improvviso, dopo le curve di punta Scutolo, la strada che da Napoli porta in Costiera, bella e drammatica, con la sua costa a picco sul mare e il panorama mozzafiato. Sospesa com’è tra l’azzurro del cielo e il blu del mare. La leggenda racconta che nelle sue acque abitassero le mitiche Sirene che tentarono Ulisse con un canto melodioso, e disperate poi si trasformarono in scogli, gli attuali isolotti dei Galli.
I segni di una vita nel preistorico sono presenti al Capo di Sorrento, presso la grotta Nicolucci.
Fondata dagli ausoni, Sorrento subì forti influenze greche; ancora oggi questo impianto urbanistico è visibile dai resti della Porta di Parsano e quella di Marina Grande. Alternando dominazioni degli etruschi, degli osci e poi dei romani.
Il centro storico mantiene la struttura antica tra cardini e decumani e le testimonianze di questo periodo affiorano ovunque. Molte colonne di templi sono state riutilizzate, nel passato, per costruire chiese: splendida quella dedicata al Santo Patrono Antonino, la cui porta laterale si avvale di due colonne recuperate in un ritrovamento di quell’epoca o come il Chiostro di San Francesco annesso all’omonima chiesa.
Fu decantata da Orazio e da Stazio come luogo di villeggiatura.
Tanto che nel periodo di Tiberio, abbandonata Capri, molti romani preferirono costruire le loro dimore a Sorrento. Bellissima, e ancora visibile, l’unica delle sette “villae” marittime di periodo romano, ancora esistente in Campania, la “Villa di Pollio Felice”. Si raggiunge dal mare o attraverso un sentiero che dal Capo di Sorrento porta fin giù, dove l’antico impianto resiste nonostante i secoli. Affiorano grotte dove è ammirabile l’”opus reticulatum” e si intuisce l’antico splendore di questa dimora patrizia che si estendeva lungo tutta la costa fino alla marina di Puolo.
Luogo di vacanza da sempre, divenne meta imprescindibile durante il periodo del Grand Tour, che qui attirò poeti e scrittori, pittori e dandy da tutta Europa. Di quella epoca sono visibili, lungo la costa, gli alberghi ottocenteschi. Alberghi storici che continuano, insieme alle tante strutture di ogni ordine, la tradizione dell’ospitalità.
Sorrento oggi, come ieri, riesce ad ammaliare i suoi visitatori. Per il clima mite, le passeggiate collinari, le botteghe di artigianato, la gastronomia, le calde atmosfere e la sua storia.
Tracce di questo passato si trovano presso il Museo Correale di Terranova. Un piccolo museo di charme che vale una visita, circondato da una lussureggiante vegetazione e da una terrazza da dove si ammira il Golfo di Napoli.
Per conoscere la città bisogna girarla a piedi. Visitare i suoi borghi, quello dei pescatori di Marina Grande e l’altro di Marina Piccola, il porto di Sorrento. Ammirare il centro storico, quello alto, e più antico, di via Pietà e l’altro di via San Cesareo. Il primo corrisponde al decumano superiore dell’antica pianta, modificata, dall’ammodernamento del 1861, con la costruzione di Corso Italia. A via Pietà si susseguono abitazioni nobiliare settecentesche, come Palazzo Correale, Casa Veniero. In via San Cesareo si ammirano, all’inizio della strada, i resti del sedile di Porta, di periodo angioino e nel largo dello Schizzariello, quello denominato Dominava, dove si riuniva la nobiltà per decidere le sorti della città. Uniche testimonianze dell’epoca rimaste in Campania.
Ma c’è anche una Sorrento sconosciuta ai più, quella collinare e degli agrumeti. Dove piante di ulivo, noci e arance e limoni si susseguono dando alla città quei colori che la rendono così fantastica.
Elenco degli arlberghi
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Federalberghi Sorrento (http://www.upsa.org/it/sorrento.php)